Presentati al 48° Congresso ASCO i risultati positivi dello studio di fase II di tivantinib in pazienti con carcinoma epatocellulare già pretrattati
ROMA e TOKYO, June 5, 2012 /PRNewswire/ --
Tivantinib migliora significativamente il tempo alla progressione di uno dei più comuni tumori al fegato e aumenta la sopravvivenza globale dei pazienti con MET iperespresso.
E' in via di attivazione lo studio di fase III della molecola anche in questo tipo di pazienti
ArQule (Nasdaq: ARQL) e Daiichi Sankyo (TSE: 4568) hanno annunciato i risultati finali di uno studio di fase II randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, in cui è stato somministrato come farmaco singolo, tivantinib, l'inibitore selettivo del recettore MET , per il trattamento di seconda linea del carcinoma epatocellulare. I risultati dello studio sono stati presentati a Chicago nel corso del 48o Congresso Annuale della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO).
I 107 pazienti del trial erano affetti da epatocarcinoma non resecabile e presentavano una progressione di malattia dopo la prima linea di trattamento o non erano in grado di tollerarla. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere 360 mg o 240 mg di tivantinib due volte al giorno o placebo (2:1 T/P). L'endpoint primario dello studio è stato il tempo alla progressione di malattia (TTP) nella popolazione ITT (Intent To Treat). Gli altri endpoint sono stati il tasso di controllo della malattia (DCR), la sopravvivenza libera da progressione (PFS), la sopravvivenza globale (OS) e la tollerabilità. Tutti questi endpoint sono stati valutati per la popolazione in toto e per quelle dei sottogruppi rispettivamente con Met-elevato o Met-basso (come definite dall'immunoistochimica).
Un miglioramento statisticamente significativo del 56% rispetto al trattamento con placebo è stato riscontrato per il TTP (HR=0.64; log rank p-value=0.04). Nel sottogruppo di pazienti con Met-elevato, si è osservata accanto ad una maggiore significatività nel TTP, un miglioramento significativo dei parametri PFS e OS:
- la sopravvivenza complessiva mediana dei pazienti trattati con tivantinib è stata di 7,2 mesi, contro i 3,8 mesi dei pazienti trattati con placebo (HR=0.38; log rank p-value=0.01)
- TTP mediana di 2,9 mesi per i pazienti trattati con tivantinib e di 1,5 mesi per i pazienti trattati con placebo (HR=0.43, log rank p-value=0.03)
- PFS mediana di 2,4 mesi per i pazienti trattati con tivantinib e di 1,5 mesi per quelli trattati con placebo (HR=0.45, log rank p-value=0.02).
Eventi avversi sono stati riscontrati in ugual misura sia per il trattamento con tivantinib che con placebo, ad eccezione di una maggiore incidenza di stanchezza e alterazioni dei parametri ematologici, come neutropenia e anemia per i pazienti trattati con tivantinib. L'incidenza di eventi ematologici è scesa a seguito della riduzione di dosaggio di tivantinib da 360 milligrammi a 240 milligrammi due volte al giorno in tutti i pazienti.
"I pazienti affetti da questa patologia - ha sottolineato Lorenza Rimassa, viceresponsabile dell'Unità Oncologia Medica dell'Humanitas Cancer Center di Milano - hanno bisogno di maggiori possibilità di trattamento per rallentarne la progressione. I risultati di questo studio rappresentano i primi dati sperimentali esistenti per il trattamento del tumore epatocellulare con tivantinib, un inibitore selettivo delrecettore Met, come agente singolo di seconda linea. I pazienti hanno avuto un beneficio significativo rispetto al tempo di progressione di malattia e il sottogruppo con MET-elevato ha ottenuto un ulteriore vantaggio in termini di sopravvivenzaglobale".
"La ricerca ha dimostrato che il recettore MET è associatoa prognosi sfavorevoli in molti tumori, inclusi il cancro al fegato e il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC)", ha sottolineato Glenn Gormley, direttore R&S e Senior Executive Officer Daiichi Sankyo. "Gli importanti risultati ottenuti dallo studio nel miglioramento della sopravvivenza complessiva dei pazienti affetti da carcinoma epatocellulare con recettore METelevatoconsolidano i dati di un precedentestudio, che ha evidenziato il ruolo critico del recettore MET nello sviluppo del tumore e l'attività di tivantinib come inibitore dello stesso".
Il carcinoma epatocellulare
A livello mondiale il tumore al fegato è la sesta malattia oncologica più diffusa (749.000 nuovi casi), la terza causa di mortalità per tumore (692.000 casi) e il 7% di tutti i tipi di tumore. Il carcinoma epatocellulare rappresenta più del 90% dei tumori primitivi del fegato. Le epatiti croniche di tipo B e C sono riconosciute a livello mondiale come il maggior fattore di rischio per l'HCC, ancor più se si è in presenza di co-infezione con questi tipi di virus. La cirrosi rappresenta un altro fattore di rischio per lo sviluppo di questo tumore.
Tivantinib e il recettore MET
Tivantinib, è un inibitore orale del recettore della tirosin-chinasi MET. Nelle cellule adulte sane, questo recettore supporta alcune funzioni cellulari, mentre nelle cellule tumorali - a causa della mutazione delle stesse - il recettore MET è costantemente e inappropriatamente attivo per ragioni ancora sconosciute. Quando è attivato in maniera anormale, MET è coinvolto nella migrazione e nella proliferazione delle cellule tumorali, nella diffusione del tumore, nell'angiogenesi (capacità del tumore di sviluppare nuovi vasi sanguigni) e nelle metastasi (la diffusione a distanza del tumore).
Tivantinib - attualmente in fase III di sviluppo - ha il potenziale per diventare il capostipite dei MET-inibitori per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule ed è attualmente in fase di studio per altre indicazioni, come il carcinoma del fegato e del colon-retto.
La partnership ArQule e Daiichi Sankyo
Nel 2008 ArQule e Daiichi Sankyo hanno siglato un accordo di co-sviluppo e commercializzazione di tivantinib (ARQ 197) per gli Stati Uniti, l'Europa, il Sud America e il resto del mondo, ad eccezione di Giappone, Cina (compreso Hong Kong), Corea del Sud e Taiwan.
ArQule
ArQule è un'azienda biotecnologica impegnata nella ricerca e sviluppo di terapie di futura generazione con piccole molecole per il cancro. I prodotti e i programmi di ricerca ad ampio spettro dell'azienda sono focalizzati sui processi biologici chiave dei tumori. Il principale prodotto candidato di ArQule, in fase II e III dello sviluppo clinico insieme al partner Daiichi Sankyo, è tivantinib, un inibitore selettivo orale del recettore della tirosin-chinasi c-MET. La pipeline di prodotti è composta da ARQ 621, studiato per inibire la proteina Eg5, e da ARQ 736, studiato per inibire le chinasi RAF. La direzione della ricerca e sviluppo ArQule, basata sulla Piattaforma dell'Inibitore delle Chinasi (AKIP™), è focalizzata sull'identificazione di nuovi inibitori delle chinasi, che siano efficaci, selettivi e non interferenti con l'ATP (adenosina trifosfato) per il legame con le chinasi.
Daiichi Sankyo
Daiichi Sankyo è un Gruppo farmaceutico attivamente impegnato nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione di farmaci innovativi con la mission di colmare i bisogni di cura ancora non soddisfatti dei pazienti sia nei mercati industrializzati che in quelli emergenti. L'azienda è nata dall'integrazione, nel 2005, di due fra le più importanti realtà farmaceutiche giapponesi, Daiichi e Sankyo. Con fatturato pari a 8,5 mld di Euro, Daiichi Sankyo si colloca fra le prime venti aziende farmaceutiche a livello mondiale. Le attività di ricerca e sviluppo dell'azienda si concentrano principalmente in due aree terapeutiche fondamentali: l'area cardiovascolare a cui presto si aggiungerà quella oncologica. Inoltre, il Gruppo Daiichi Sankyo ha sviluppato il cosiddetto Hybrid Business Model, approccio che consente all'azienda di poter rispondere alle diverse esigenze di medici e pazienti in tutti i paesi del mondo ottimizzando le opportunità di crescita lungo la catena del valore.
Daiichi Sankyo, la cui sede principale è a Tokyo e con headquarter europeo a Monaco, ha 12 filiali in Europa e un sito produttivo mondiale situato a Pfaffenhofen, Germania. Per maggiori informazioni visita il sito http://www.daiichi-sankyo.it
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